Età media, Natalità, Immigrazione, questi sono solo alcuni dei numeri che ci aiutano a costruire una mappa, una visione d’insieme della realtà in cui viviamo. In un mondo in continuo cambiamento in cui la capacità di guardare avanti è uno dei più grandi vantaggi competitivi, questi dati (e nello specifico le loro proiezioni sul futuro) possono rivelarsi di vitale importanza nell’identificare opportunità e criticità.

Come cambierà la composizione della nostra forza lavoro nei prossimi 20 anni, come saranno strutturate le famiglie dei nostri collaboratori e clienti e quali tipologie di target diventeranno più rilevanti per il nostro business? 

Il Mentoring, ovvero l’affiancamento di figure esperte a ruoli junior, è tra i più antichi metodi di formazione professionale e, nonostante le sue radici storiche, è in continua crescita in ambito aziendale. La sua longevità è dovuta proprio al rapporto diretto tra mentor e mentee che permette di trasferire competenze professionali, ma anche di favorire l’integrazione della figura junior nella cultura e nei processi aziendali, portando un fortissimo impatto motivazionale a entrambi i soggetti, e oltre. Recenti studi hanno infatti confermato quanto le pratiche di Mentoring risultino in un incremento generale dei livelli di soddisfazione dei dipendenti, e in un miglioramento tangibile del clima lavorativo, della sicurezza e della employee retention (la capacità dell’azienda di trattenere talenti). 

Blockchain identifica una tipologia specifica di database in cui le informazioni sono raccolte in ordine cronologico in blocchi concatenati tra di loro. La tecnologia Blockchain è comunemente associata a Bitcoin - dove viene usata per tracciare in maniera permanente le transazioni - ma si presta a fornire soluzioni in diversi ambiti in cui è necessario creare registri di dati tracciabili e non modificabili, come per documenti legale, medici o perfino per sistemi elettorali. Una volta registrate, le singole informazioni sono crittografate e distribuite su un network decentrato di nodi, ogniuno in possesso di una copia identica dei dati per garantire che non ci sia un single point of failure, ovvero un anello debole della catena che possa risultare nella perdita o falsificazione delle informazioni. 

La Crisis Leadership definisce l’approccio ed il processo con cui un’organizzazione e i suoi leader reagiscono a una crisi inaspettata.

In questi contesti dove spesso mancano informazioni chiare e senso di sicurezza, si chiede ai Leader di saper comunicare con chiarezza, trasparenza ed empatia e di intraprendere scelte che continuino a supportare i valori dell’azienda, impedendo all’incertezza di paralizzare la loro capacità di agire. Molti sono gli esempi, sia in ambito pubblico che personale, di adattabilità e resilienza a cui abbiamo assistito a seguito della pandemia. Questo mix di competenze si è rivelato fondamentale per aiutare diverse realtà a superare momenti di crisi, per questo è importante coltivare questi skill ben prima che ve ne sia un’effettiva esigenza. 

Design Thinking definisce un approccio alla creazione e al problem-solving che si ispira al modello usato da Designer e Progettisti grafici e che può essere applicato alla generazione di nuove idee, servizi e prodotti. Partendo dall’osservazione dell’utilizzatore finale e dei suoi comportamenti, questa metodologia prevede la creazione rapida di prototipi da poter testare e migliorare fino all’ottenimento del prodotto finito. E’ proprio questo approccio pragmatico che lo distingue da altre tecniche di problem-solving, basate su fasi di progettazione più lunghe per creare un prodotto finito che sia solo successivamente testato dal pubblico. Dalla sua codifica nel 2000, questo metodo ha trovato terreno fertile nella consulenza, nel lancio di prodotti innovativi e startup, e nella formazione. 

Connectional Intelligence definisce la capacità di mettere in relazione ed ingaggiare diverse figure all’interno del proprio network di contatti per generare insieme maggiore valore e risultati. Questa abilità è porta vantaggi competitivi notevoli, specialmente per realtà che operano e collaborano con figure tecniche molto specializzate o con competenze ed esperienze eterogenee. In questi contesti, i team leaders con una spiccata Connectional Intelligence sono in grado di mantenere solidi contatti con figure o comunità tecniche diverse, mettere in relazione persone con competenze complementari e stimolare momenti di confronto che portano alla generazione di soluzioni inaspettate.